03
Tue, Oct

Morale

  • Il giudice e il condannato

    Cosa succede a un giudice quando si incontra da solo con un tale che ha condannato alla massima pena? Chiunque risponderebbe che il condannato avrebbe la possibilità di riscattarsi, eppure,... , leggete la continuazione dell'aneddoto.

    Charles Colon era un consigliere dell’ex presidente degli Stati Uniti Nixon, compromesso nell’affare “Watergate”. In seguito a questa vicenda fu imprigionato per parecchi mesi. 

    Diventato credente, ora è consacrato all’evangelizzazione nelle prigioni americane. Sovente si uniscono al suo gruppo denominato Amicizie nelle Prigioni, dei visitatori volontari per annunciare l’Evangelo ai prigionieri. Dopo una di quelle visite, al momento di passare al controllo dell’uscita, Colson constatò che uno dei volontari, il giudice Clement, non aveva seguito il gruppo. Piuttosto contrariato, ritornò sui suoi passi e lo trovò nella cella del detenuto James Brewer. «Solo un minuto – disse costui -, è importante. Sono proprio io che ho condannato James alla massima pena. Ma ora è un mio fratello e abbiamo bisogno di un minuto per pregare insieme». «Restai come pietrificato sulla soglia della cella – racconta Colon -, davanti a me c’erano due uomini; uno aveva il potere, l’altro non ne aveva affatto; uno era bianco, l’altro un uomo di colore; uno aveva condannato l’altro. In qualsisia altro luogo all’infuori del Regno di Dio, quel detenuto sarebbe stato pronto ad uccidere quel giudice con le sue stesse mani. Ma lì erano “UNO”, e il loro viso rifletteva una straordinaria
    espressione di felicità mentre pregavano insieme. Uscendo dalla prigione, il giudice Clement, molto commosso, mi spiegò che aveva pregato per Brewer ogni giorno dopo averlo condannato, quattro anni prima».

  • Il nodo al fazzoletto

    Una maestra stava cercando di far capire ai genitori dei suoi alunni l'importanza di stare in contatto con i propri figli e di accudirli, senza far trascorrere il giorno non avendo avuto modo di stare con loro.

    Tutti gli alunni vennero interrogati e tutti, più o meno, indicavano le modalità con le quali i loro genitori facendo sentire la loro presenza a casa.... tutti tranne uno. 

    Il bambino, trepidante, disse che suo padre non aveva un rapporto diretto con Lui, non lo vedeva mai se non nei giorni di festività perchè era libero dal lavoro. 

    La maestra fu seriamente preoccupata da quelle parole e decise di contattare quel genitore. Il genitore rifiutò di incontrarsi con lei sostenendo che i suoi orari e il suo lavoro non glielo consentivano, e la maestra, decisa a far chiarezza nell'interesse del minore, chiese un incontro a qualsiasi ora, anche notturna. 

    Il padre fissò un incontro con lei a casa del minore, e quando la maestra arrivò lui le chiese di attendere, doveva prima fare una cosa. Si eclissò per diversi minuti, e quando arrivò la maestra era davvero irritata! Non solo quell'uomo la stava costringendo a un appuntamento notturno, ma la faceva ulteriormente attendere senza nessuna giustificazione!

    Appena quell'uomo si sedette di fronte la maestra sbottò dicendo che nell'interesse del minore il padre doveva sempre cercare di avere un rapporto con il proprio figlio. E poichè questo mancava, lei si sarebbe rivolta all'assistente sociale...

    Il Padre senza scomporsi replicò dolcemente che lui purtroppo, suo malgrado, lavorava in modo precario ed era costretto a dei turni incredibili e assolutamente fuori dal normale, ma che dovendo sopperire alle necessità della casa e quindi del figlio, non poteva esimersi da quel tipo di impegno. Aveav tentato nel passato di liberarsi ma gli era stato riferito che lo avrebbero licenziato.

    La maestra in qualche modo fu costretta ad incassare il colpo e dovette suo malgrado ricomporre la sua ira conoscendo bene il periodo di grave crisi che il Paese stava attraversando e che molti sfruttavano la gente costringendola a cose incredibili. Però, concluse la maestra  

    "Questo non giustifica la sua assenza dal figlio e il fatto che maleducatamente mi ha fatto ulteriormente aspettare!!!!"

    Il padre si raccolse in lacrime e replicò: "io non posso parlare con mio figlio cara maestra perchè quando arrivo a casa lui già dorme. Ma appena metto piede in casa, il mio primo pensiero è per Lui. Gli vado vicino vicino, me lo accarezzo e bacio nel sonno, raccontandogli una bella storia, e poi gli faccio un nodo nel lenzuolo. Lui lo sa, che appena vede il nodo l'indomani mattina, capisce che io sono stato vicino a lui". 

    "Mi scusi se l'ho fatto aspettare maestra, ma mio figlio viene prima di Lei e delle sue giuste azioni,..."

    Quella maestra rimase stupita e se ne ritornò a casa piangendo.

    Quel bimbo era fortunato, forse non vedeva suo padre ma poteva avere sempre la prova della Sua presenza nella propria vita. Poteva sempre considerarsi abbracciato e riempito di calore.

    Allo stesso modo, amici cari che leggete, Dio molto spesso viene vicino a voi delicatamente, ma ogni volta fa sempre un nodo nella nostra vita per farci comprendere la Sua presenza vicino a noi.

    Dio vi benedica

  • Il ramo e la farfalla

    Un artista, affacciato alla finestra dell suo laboratorio, osservava il paesaggio che gli si presentava di fronte; cercava l'ispirazione per una nuova opera d'arte.
    Ad un tratto vide una farfalla leggera, candida, delicata che svolazzando si posò su un ramo robusto, forte, ruvido.

    Questo accostamento gli piacque così tanto che decise di riprodurre quanto aveva visto.

    Uscì di casa ed andò nel bosco a cercare un ramo adatto all'opera d'arte.

    "... Questo è troppo grande... questo troppo sottile... questo è troppo fresco... questo troppo secco... Ecco questo può andare bene!!"

    L'artista portò nel suo laboratorio un ramo, apparentemente simile a tanti altri.

    Lo posò sul banco da lavoro e cominciò a spolverarlo dalla terra, eliminò qualche sporgenza, allisciò le estremità fino ad ottenere proprio un BEL ramo.
    Ora mancava la farfalla, questo essere così delicato e per farla, cercò nella "scatola dei ritagli" un tessuto che potesse ricordarne lecaratteristiche "..questo è troppo spesso... questo troppo leggero... questo troppo scuro... questo troppo colorato... ecco, questo va benissimo!!"

    L'artista aveva scelto del semplice tulle che, modellandolo e ritagliando ciò che era di troppo, divenne una BELLA farfalla, la posò sul ramo e... ecco l'opera d'arte!!


    Ma bastò un impercettibile spostamento d'aria e la farfalla cadde dal ramo.
    "Qui c'è bisogno di qualcosa che unisca i due elementi" Pensò l'artista

    Visto che la farfalla era così delicata, utilizzò della colla per la carta, posò quindi la farfalla al ramo, ma bastarono pochi minuti e appena la colla si asciugò la farfalla si staccò dal ramo.

    "No!" pensò l'artista "Questa colla è troppo delicata, proverò con la colla per legno!!"

    Prese il barattolo della colla e con un pennello la stese sul ramo poi vi posò la farfalla, ma la consistenza densa e vischiosa della colla imbrattò la farfalla..."che pasticcio" pensò l'artista che aveva bene in mente l'opera d' arte originale e, subito prima che la colla si asciugasse, lavò la farfalla per bene e ripulì il ramo.
    Pensa e ripensa all'artista venne in mente un'altra soluzione, fissare la farfalla al ramo con una puntina da disegno e mentre INFILZAVA la farfalla e TRAFFIGEVA il ramo gli venne un brivido di dolore... non era ciò che aveva visto in natura!!

    "Posso legarli assieme con uno spago!!" Pensò l'artista


    ... ma l'idea non era delle migliori, la farfalla si avvolse al ramo, così non si capiva più cos'era e parte del ramo era come soffocato da questo legame

    "Non ci siamo" Rifletté l'artista.
    E mentre pensava ad una nuova soluzione, girava per il suo laboratorio pieno di utensili, materiali, prodotti per le sue creazioni e, guardando con attenzione ciò che poteva essere utile all'unione dei due materiali, i suoi occhi caddero su un tubicino di colla, un tubicinopiccolissimo, lo prese in mano e lesse:

    "Super colla: incolla all'istante materiali diversi con una sola goccia"
    L'artista riflettè alcuni secondi su quanto aveva letto:
    "Ecco!! Questo è proprio quello che cercavo!!"

    Mise una piccola goccia di super colla sul ruvido ramo e vi posò sopra la leggera farfalla, alcuni istanti... ed ecco... l'opera d'arte!!

  • L'anello prezioso

    Devo comprare un anello... un anello prezioso, si intende. Ma non so da dove cominciare. Ce ne sono di tanti tipi e di tante specie. Sono confuso,.... ma guardando tutti gli anelli qualche idea me la dovrò pur fare! Dio sta cercando un anello prezioso,... allora successe che....

    Un vecchio orafo, proprietario di un piccolo laboratorio, un giorno ricevette un ordine particolare da un cliente molto importante.

    Si trattava di un giovane molto ricco, che rimasto colpito dalle bellissime creazioni viste in vetrina, entrò nell’oreficeria e disse all’artigiano:

    “Mi serve un anello speciale da regalare alla mia amata in un giorno speciale, non baderò a spese. Passerò tra una settimana”

    Il giovane non disse altro, salutò garbatamente e se ne andò.

    L’orafo conosceva il giovane di fama, sapeva che era davvero una persona di parola e… con tanti soldi, quindi si mise all’opera, realizzò alcuni anelli, uno più bello e costoso dell’altro.

    Lavorò tre lunghi giorni, forgiò cinque splendidi anelli:

    il primo, completamente d’oro bianco ricoperto di diamanti purissimi;

    il secondo era in oro giallo con rubini splendenti;

    il terzo era in filigrana d’oro, senza pietre, ma molto lavorato, quindi molto prezioso;

    il quarto in oro giallo e bianco, con zaffiri e smeraldi;

    l’ultimo era molto semplice, ma con un grosso e costoso diamante.

    Li lucidò per bene e li mise dentro un prezioso cofanetto e poi in cassaforte.

    Gli anelli rimasero custoditi per quattro giorni aspettando l’arrivo del ricco signore.

    In questo tempo gli anelli ebbero il modo di fare quattro chicchere…

    “ragazzi, secondo voi, chi di noi sarà scelto dal ricco cliente per questa importante occasione?” Chiese uno di loro.

    “Secondo me” Disse il primo con grande presunzione “Non ci sono dubbi! Sarò senz’altro io! Ho più diamanti di tutti, e si sa che i diamanti hanno un valore inestimabile!”

    “Certo é vero” Disse il quinto con molta sicurezza “Ecco perché sceglierà me! Io ho un solo diamante… ma è enorme! E si sa che non è la quantità che conta, ma la qualità!”

    “Forse è vero” Aggiunse il secondo snobbando gli altri “Ma i diamanti hanno un po’ stancato, sono passati di moda. Sicuramente sceglierà me: giallo come il sole e rosso come l’amore! L’ideale per la propria amata!”

    “Tu dici?” Intervenne subito il terzo “Ma cosa c’è meglio dell’oro nella sua purezza? Io non ho pietre preziose che mi abbelliscono, perché l’oro nella sua semplicità è la cosa essenziale, sono di filigrana è questo che mi rende speciale!”

    “Solo oro bianco, solo oro giallo, solo diamanti… Ma che dite!” zittì tutti il quarto con tono scocciato “Ci va tutto! Io sono di due qualità d’oro, e con due tipi di pietre, proprio come due persone che si amano, sono due entità diverse, ma unite con eleganza… insomma, io sono l’anello giusto per loro!”

    Passarono quattro giorni di discussioni animate tra anelli che volevano far sentire le proprie ragioni gli uni agli altri.

    Tutti pensavano di essere il migliore, di essere l’anello giusto!

    Arrivò il giorno e l’importante cliente venne a ritirare l’anello ordinato.

    L’orafo aprì con mano tremolante la cassaforte, prese il prezioso cofanetto e lo dischiuse lentamente con molta emozione davanti agli occhi del ricco cliente che guardò un attimo gli anelli… aggrottò le sopracciglia… fece uno sguardo dubbioso e: “Tutto qui?”

    Il vecchio artigiano rimase sbalordito, ma non perse la calma, voleva assolutamente che il cliente non se ne andasse a mani vuote.

    Subito gli propose qualcosa dalla vetrina e, mentre l’orafo mostrava altri articoli al giovane, gli anelli nel cofanetto si guardavano attorno imbarazzati.

    Che figuraccia, credevano di essere perfetti per le loro pregiate caratteristiche, uno azzardò:

    “Povero orafo, è troppo vecchio, non è più bravo come una volta...”

    “Già!” Aggiunse un altro “Ormai non ci vede neanche tanto bene, probabilmente abbiamo qualche imperfezione...”

    Così gli anelli incominciarono ad incolpare il loro costruttore per l’insuccesso.

    Intanto il vecchio artigiano mostrava ogni tipo di anello al giovane ricco, ma sempre con esito negativo, fino a che… ad un tratto il ragazzo rimase colpito da un anello, lo guardò da lontano, poi gli si avvicinò ed esclamò “Questo è quello che cercavo!!”

    “Ma è una fede nuziale!” disse quasi con disprezzo l’orafo.

    “Ma io devo sposare la mia amata! Quando ho detto che era per un giorno speciale, mi riferivo al mio matrimonio, è proprio questo che stavo cercando… semplice e umile, senza nessuna pietra, senza nessuna lavorazione…è la mia sposa la cosa più importante nel giorno del matrimonio, l’anello è solo un simbolo!”

    l’orafo non poté fare altro che accondiscendere a quanto aveva appena sentito e un po’ abbattuto incartò l’anello, il meno costoso che possedeva tra tutti i suoi lavori.

    Il giovane andò via molto soddisfatto ringraziando il vecchio artigiano: “Sapevo che entrando qui avrei trovato ciò che mi serviva!”

    Tratta da internet

  • La bimba e il gioielliere ...

    Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio. Non poteva immaginarsi che cosa gli sarebbe capitato di li a poco. Stava leggendo la Bibbia, e leggeva che Cristo Gesù aveva dato la Sua vita per tutti noi...
    Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno di quegli oggetti esposti. Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri.
    "E' per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?".
    Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: "Quanti soldi hai?".
    Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò. Ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina.
    "Bastano?" disse con orgoglio. "Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c'è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa. Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi".
    L'uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l'astuccio.
    "Prendilo" disse alla bambina. "Portalo con attenzione".
    La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo.
    Un'ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurri. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioielliere aveva confezionato e dichiarò:
    "Questa collana è stata comprata qui?".
    "Si, signorina". "E quanto è costata?"
    "I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me". "Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo!".
    Il gioielliere prese l'astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza.
    "Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva".......
    GESU'.... ha pagato il prezzo più alto... ha dato tutto quello che aveva : la SUA VITA per acquistare la tua salvezza, la tua libertà, la tua guarigione!!!

  • Le tre scodelle

    Una donna era veramente disperata....., no sapeva che pesci prendere nella vita, tutto sembrava andare male, e decise di sfogarsi andando da sua madre. Sapeva che nulla sarebbe cambiato ma.....

    La mamma, dopo avere ascoltate le sue lamentele, le chiese di andare con lei in cucina. Avrebbe avuto bisogno della sua attenzione e silenzio. Pian piano la anziana signora si avvicinò ai fornelli, prese tre scodelle vuote, le riempì di acqua e le mise sopra il fuoco. Nella prima scodella mise delle carote, nella seconda delle uova, nella terza dei grani di caffè.

    Fece passare 20 minuti e alla fine spense il fuoco. La figlia non riusciva a comprendere cosa avesse intenzione di fare sua madre. Eppure stava in silenzio cercando di ingoiare il residuo della sua collera.

    Quando finalmente le carote, le uova e il caffè furono tirate fuori dall'acqua e messe in bellavista, la donna anziana cominciò a parlare:

    "cosa vedi"? - Argomentò

    "beh le carote sono lesse, le uova sono sode, i chicchi di caffè sembrano più o meno gli stessi!". Rispose la giovane.

    "vedi, mia cara," continuò la madre - " Le carote hanno la sensazione di essere forti, ma appena vengono a contatto con il fuoco, si rammolliscono".

    Ci sono persone che si sentono forti, ma in realtà perdono la loro consistenza quando sono provate nella vita.

    "poi ci sono quelle che sono deboli,... liquide come le uova, ma non appena entrano a contatto con le prove si induriscono e non sono più le stesse, ne lo ridiventeranno mai!"

    La ragazza sembrò capire - "allora mi dici che devo essere come i chicchi di caffè"?

    "Si" - rispose la madre - "ma non per quello che pensi". "Devi esser forte nella tua natura e resistere nelle tue prove" "ma non lo devi fare per te stessa!" Devi farlo per l'acqua che ti sta intorno! Come vedi, il chicco di caffè è l'unico che non solo non si piega alle prove, ma riesce a dare all'acqua un aroma e un colore unico, cambiando chi ti sta intorno,....

    Gabriele Capaci