Genesi 21:33 - E Abraamo piantò un tamarindo a Beer-Sceba e lì invocò il nome del SIGNORE, Dio dell'eternità. Come ognuno di noi, anche Abramo ebbe dissensi e discussioni con chi stava intorno a lui. Umanamente parlando è impossibile che ciò non avvenga. Il problema è semmai come noi affrontiamo la questione e gestiamo la criticità.
1. Possiamo lamentarci con altri e far giungere la nostra voce indirettamente a colui con il quale abbiamo una diatriba.
Però queste voci arriveranno e se arriveranno storpiate e gonfiate dal male degli uomini stessi che rapporteranno la cosa.... e questo non ci fa onore ne come cristiani ne come uomini. Abramo non fece tutto ciò ma nonostante il torto non proferì ne parola ne accusa contro Abimelec i cui uomini avevano con la forza sottratto un pozzo di acqua agli uomini di Abramo.
2. Possiamo andare contro il nostro interlocutore ed aggredirlo.
Dio non ci comanda questo ma anzi ci invita a cercare la pace con tutti a meno che non sia impossibile, (Romani 12:18). Abramo non fece ne mosse guerra ad Abimelec.
3. Possiamo lavorare di nascosto e ripagare il nostro nemico con la sua stessa moneta.
Il Signore ci invita a pregare e a chidere a Dio di intervenire piuttosto che farci ragione con le nostre mani. Matteo 5:44 - Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano,
4. Possiamo invece fare come fece Abramo, colui che il Signore ha benedetto nel suo modo di agire.
Abramo incontrò Abimelec. Abramo semplicemente parlò con Abimelec e rese conto delle sue ragioni. E trovò il favore di Dio che aprì il cuore di Abimelec. MA attenzione, l'opera di Abramo non si fermò qua. Egli prese sette agnelle, e fra la curiosità dello stesso Abimelec egli suggellò un patto con lui e offrì quelle agnelle per Abimelec. Vi immaginate la confusione di quell'uomo? I suoi uomini avevano fatto un torto a chi gli stava di fronte, eppure Abramo non solo non aveva parlato male di lui, non solo era rimasto in silenzio, ma addirittura era pronto a offrirgli un dono costoso. Abramo era pronto a suggellare un patto con Abimelec. Quest'uomo capitolò di fronte all'amore incondizionato che Abramo gli stava porgendo. E i due fecero un patto e divennero amici.
Qualcuno potrebbe adesso dire che Abramo cessò la sua opera, aveva fatto abbastanza, invece no. Abramo fece qualcos'altro: piantò un albero di Tamarindo. Non significa nulla di speciale questo termine, ma ci ricorda che il suo frutto è disintossicante, e la sua ombra maestosa. Ecco, Abramo dopo che aveva compiuto quel gesto aveva disintossicata la sua anima ed era all'ombra dell'Onnipotente. Adesso lì, in quel luogo, dopo avere la pace nel cuore, poteva celebrare l'Eterno ed invocare il Suo nome.
Impariamo dalla Parola di Dio
Pastore Gabriele