Introduzione
Il motivo per cui il cristiano aderisce al piano di Cristo è la salvezza della proria anima. Questo è quello che molto spesso noi stessi riteniamo. In realtà c’è molto altro legato alla salvezza. Il paradiso è la conclusione della salvezza. La dottrina che studia la salvezza si chiama soteriologia. La soteriologia, (dal greco σωτηρία - sōtēria -, "salvezza", e da λόγος - logos -, "parola", "ragione" o "principio"), nell'ambito della storia delle religioni, è infatti lo studio della salvezza nel senso di liberazione da uno stato o una condizione non desiderata.
Le diverse religioni e denominazioni cristiane si pongono in maniera alquanto differente su questo argomento, pertanto si è creata molta confusione al riguardo. La Bibbia è molto chiara e semplice nel suo linguaggio, facile da capire quando ripuliamo la nostra mente da ogni preconcetto. Per cui vi invitiamo serenamente a non pensare a quale tipo di formazione biblica avete ricevuto ma piuttosto andiamo alla Parola del Signore.
La Chiesa Cattolica Romana, insegna che la Salvezza/andare in Paradiso il risultato finale di una vita cattolica fatta di sacrifici, privazioni e opere buone, sebbene non sappiano mai quando hanno fatto abbastanza da meritarsi un posto sicuro in Paradiso. Questa dottrina può portare a uno di due casi: può portare un cattolico alla pazzia, se la applica pienamente vivendola quotidianamente, oppure può farci diventare freddi nei confronti di Dio, poiché ci si rende conto che viene richiesto molto al singolo individuo, il quale si caricherebbe di un fardello troppo pesante da portare, e che quindi non si possano soddisfare le esigenze e le aspettative di Dio. Questo secondo gruppo di persone pensa inoltre che Dio, con questo grosso peso da portare, richieda uno stile di vita così rigido che solamente pochi eletti siano in grado di vivere pienamente, e cosi`, o ripiegano sull'andare in chiesa la Domenica e partecipare alle feste comandate sperando che questo loro sacrificio sia sufficiente, oppure si allontanano da Dio completamente.
La Chiesa Protestante, molto in generale, predica e insegna che la Salvezza/andare in Paradiso sia il semplice risultato di credere che Gesù sia il Figlio di Dio e loro Salvatore; una volta stabilito questo nel loro cuore devono recitare una breve "preghiera per la Salvezza" e, a questo punto, sono "salvati". Questo insegnamento deriva dalla dottrina di Martin Lutero ma è soltanto l’inizio del piano di salvezza per l’uomo. L'Essere salvati è un punto fondamentale nelle varie denominazioni protestanti, poiché i protestanti iniziano così la loro "vita cristiana"; alcuni dopo questa preghiera non iniziano per niente una vita nuova, una "vita cristiana"; ma continuano la loro vita di sempre, credendo di essere salvati e si sentono forti e sicuri di questo. Molte chiese protestanti predicano la dottrina del "una volta salvati, sempre salvati", ovvero, una volta che l'individuo è stato salvato, non potrà mai più perdere la Salvezza.
Per i musulmani, è davvero importante credere nell'unicità e perfezione di Dio. Il proposito della vita è vivere in modo da compiacere Allah per poter guadagnare il Paradiso. Si crede che nella pubertà si apra una conta dei debiti di ogni persona, che sarà usata nel giorno del Giudizio per determinare il suo destino eterno. Il Corano inoltre suggerisce la dottrina della predestinazione divina. Corano 4:49, 24:21, 57:22. Il Corano insegna la necessità di fede e di buone opere per ottenere la salvezza. Secondo la dottrina musulmana della salvezza i non credenti (kuffar, letteralmente "colui che rifiuta la verità") e i peccatori saranno condannati, ma il pentimento genuino dà come risultato il perdono di Allah e l'entrata al Paradiso al momento della morte.
I movimenti ascetici, predicano che la salvezza si raggiunge soltanto attraverso l’isolamento totale, e un percorso di meditazione assoluta fino a conformarsi con il soprannaturale. Quindi la salvezza è soltanto per pochi iniziati. La religione Sikh accentra l'attenzione sulla salvezza tramite la meditazione, ordinata e personale, nel nome e nel messaggio di Dio, al fine di essere in unione mistica con Lui. L'induismo, che insegna che siamo coinvolti nel ciclo di morte e di rinascita chiamato Samsara, insegna che si deve raggiungere la liberazione, chiamata moksha. Il buddismo spiega come raggiungere la salvezza attraverso il distacco dal mondo materiale e dal dolore per raggiungere il Nirvana, stato di estasi e illuminazione.
La Parola di Dio ci chiarisce immediatamente che il piano di salvezza per l’uomo è stato dichiarato dal Signore Gesù Cristo che ha annunziato il Regno di Dio a tutti gli uomini semplificandolo e rendendolo alla portata di tutti, sia fisicamente che mentalmente:
Matteo 11:25 - Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e gli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli.
Vogliamo fin d’ora asserire che la salvezza è solo in Gesù Cristo, il quale è l’unica via che porta al padre, (Giovanni 14:6). Ma nella salvezza, nel concetto specifico di salvezza non va inteso soltanto la destinazione del paradiso, quella è come dire la conclusione di un percorso virtuoso che comincia dal credere in Cristo e conoscerLo attraverso la Parola che ha creata ogni cosa, (Colossesi 1:16). Già lo stesso verbo credere nasconde aspetti che sfuggono alla maggior parte dei fedeli. L’azione di credere abbraccia tutta l’essenza e la profondità di Dio. La semplice preghiera di salvezza, (che non si trova scritta come raccomandazione in nessuna parte della Scrittura), non è altro che una invenzione umana, che possiamo anche in parte condividere, ma che serve solo a dare un ingresso, una spinta al credente che dinanzi alla radunanza confessa di essersi arreso a Cristo.
Matteo 1:21 - Ed ella (Maria) partorirà un figlio e tu gli porrai nome Gesù, perché Egli salverà il Suo popolo dai loro peccati.
Significato del termine salvezza
I termini che indicano la salvezza nella Bibbia sono soteria (G4991 - salvezza), soter (G4990 - salvatore) e sozô (G4982 - salvare); il corrispondente ebraico è yasa.
Nell'antichità, il significato classico di “sozô” era quello di rendere sano, guarire, salvare, preservare, salvare dalla morte, conservare in vita. Tutte azoni diciamo così, che rientrano nella sfera umana. E, se queste azioni si applicavano ad un aspetto prettamente terreno di una qualsiasi persona al quale si attribuiva il titolo di “soter – salvatore” (si vedano per lo scopo i filosofi come Epicuro; i governatori come Tolomeo IV e Nerone; i pagani nelle loro divinità come Zeus e Attis), la Parola di Dio ci presenta Cristo come agente di una salvezza umana e terrena, ma soprattutto spirituale ed eterna (Isaia 49:6-8 / Matteo 1:21 / Luca 1:47,67 / Luca 19:10 / I Timoteo 4:10 / Tito 3:4-6). L’attribuzione della qualità di salvatore deriva dunque dall’applicazione del senso del termine appena adesso elencato. Gesù non usò mai il nome “soter” per sé stesso, ma la gente di Samaria lo riconobbe come il Salvatore del mondo (Giovanni 4:42). Il nome stesso del Figlio di Dio, venuto sulla Terra, attesta questa realtà; esso corrisponde al greco Iêsous ed all'ebraico Yahashuà che significa YHWH Salva. L’arcangelo Gabriele non ebbe la necessità di dichiarare la qualità agente del Cristo quanto di dichiarare a Maria il motivo della Sua venuta in questo mondo, (Matteo 1:21). Gesù è il Salvatore che guarisce (Marco 5:34 e Marco 10:52), giustifica (Tito 2:13-14 e Tito 3:6-7), è capo della Chiesa (Efesini 5:23), libera e benedice (Filippesi 3:20, Tito 2:13).
Definiamo perciò la salvezza come la nuova vita in Cristo; uno stato di favore presso Dio che comporta la separazione dal peccato, la comunione con Lui e la vita eterna.
IL SACRIFICIO DI CRISTO: il fondamento per la salvezza
Uno dei tanti passi della Scrittura che illustra l'opera di Cristo sulla Croce è:
Ebrei 9:11-14 - Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d’uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna. Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurar la purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì sé stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!
Con la Sua morte e risurrezione, Cristo Gesù ha compiuto l'opera che è sufficiente a salvare l'uomo dal peccato e dalla morte eterna. Quest'opera salvifica è perfetta ed è a disposizione di tutti, non solo di pochi eletti perché:
I Timoteo 2:4 - Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.
Vogliamo perciò analizzare, alla luce della Scrittura, ciò che Cristo ha guadagnato per l'umanità morendo sulla croce e risuscitando.
Espiazione - Copertura
Espiare significa letteralmente “coprire”; dà il senso di coprire il peccato alla vista di Dio affinché esso non provochi la Sua ira (Levitico 4:13-21). Nel momento in cui il sangue dell'animale veniva posto sull'altare, l'israelita realizzava la realtà di Esodo 12:14. Perciò il peccato non veniva solo coperto, ma cancellato, rimosso, gettato dietro alle spalle (Geremia 18:23 / Isaia 6:7 / Isaia 38:17 / Isaia 43:25), ma soprattutto perdonato (Salmo 78:38).
La morte di Cristo, uomo perfetto e Dio incarnato, fu espiatoria perché servì per la rimozione del peccato dell'intera umanità (Ebrei 2:17 / Ebrei 9:13-14); Egli stesso divenne peccato per noi (II Corinzi 5:21 /I Pietro 2:24). Con la Sua morte Cristo ha reso possibile la purificazione totale dal peccato per chiunque, in ogni parte del mondo, lo invochi.
La propiziazione - Avvicinamento
Propiziazione deriva dal latino e significa “avvicinare”. E il sacrificio di Cristo ha propiziato, ha reso favorevole, ha avvicinato l'uomo peccatore a Dio. La morte di Cristo ha stornato l'ira di Dio nei riguardi del peccatore penitente (Romani 3:25 / I Giovanni 2:2 / I Giovanni 4:10). È utile confrontare quest'aspetto dell'opera di Gesù con quello che era il propiziatorio dell'Antico Testamento (Esodo 25:16-22), per apprezzarne ancora di più il valore.
La sostituzione - Cambiamento
I sacrifici dell'Antico Testamento erano sostitutivi per natura: l'animale moriva al posto del peccatore (Levitico 4). In Isaia 53 quest'aspetto assume il suo più alto significato: Cristo porta la pena spettante ad altri, ha sostituito noi soffrendo e morendo al posto nostro
Isaia 53:4-5,11 - Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti... Egli vedrà il frutto del suo tormento interiore, e ne sarà saziato; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità.
Egli è morto in vece nostra, prese il castigo spettante a noi affinché potessimo sfuggire ad esso. Il Nuovo Testamento conferma questa preziosa verità (II Corinzi 5:21 / I Pietro 2:24)
La redenzione - Riacquistare
Redimere significa letteralmente ricomprare pagando un prezzo. Uno dei titoli più citati del Signore Gesù è Redentore e talvolta l'intera Sua opera viene definita la Redenzione (Matteo 20:28 / Galati 3:13 – 4:5 / Tito 2:14 / I Pietro 1:18 / Apocalisse 5:9 – Apocalisse 14:3-4). Ci sono delle descrizioni interessanti riguardo alla redenzione; una la spiega nella prospettiva dell'Antico Testamento (Levitico 25:47-49), mentre Gesù, nella Sua predicazione riprendeva il concetto del Salmo 49:7-9 (Marco 8:36-37). Il Nuovo Testamento rimarca il concetto (I Corinzi 6:19-20 / I Pietro 1:18).
Riconciliazione - Trasformazione
Per riconciliazione s'intende il mutamento di un rapporto d'inimicizia in uno d'amicizia. Secondo le Scritture è Dio, la parte offesa, che prende l'iniziativa di riconciliare a sé l'umanità; è Lui che ordina i sacrifici espiatori, è Lui che manda il Suo Figliuolo come sacrificio espiatorio. Mentre eravamo nemici di Dio siamo stati riconciliati per mezzo della morte di Cristo (Romani 5:10 / II Corinzi 5:18-19 / Colossesi 1:21).
Quest'atto di riconciliazione è un'opera completa, sicché agli occhi di Dio tutto il mondo è già riconciliato. Il problema allora è nell’uomo che deve desiderare questa riconciliazione che è stata messa alla portata di tutti. Tutti gli ostacoli possibili ed immaginabili sono stati rimossi. Rimane soltanto che i credenti la proclamino e i peccatori la ricevano.
LA CONVERSIONE:
Cristo ha provveduto agli uomini una salvezza perfetta. L'opera si è compiuta al Calvario ed alla risurrezione, il fondamento è stato posto 2000 anni fa, una volta e per sempre. Chiunque vuole può beneficiare di quest'opera grandiosa.
Ora, dopo aver esaminato l'opera in sé, ne vedremo due aspetti importanti: il primo corrisponde alle condizioni per la salvezza. Anche se Dio vuole che tutti siano salvati (I Timoteo 2:4), non costringe nessuno ad accettarlo come Salvatore. C'è bisogno che si creino le condizioni per la conversione, periodo nel quale il peccatore volge i suoi passi a Dio (Atti 3:19 / I Pietro 2:25).
Il ravvedimento
Il ravvedimento è il dolore per il peccato, risultato dell'opera dello Spirito Santo, con lo sforzo sincero di abbandonarlo. Traduce il greco metànoia che la versione Cattolica (CEI) traduce erroneamente con fare penitenza. In Atti 2:38 leggiamo la risposta storica che l’Apostolo Pietro diede a chi gli chiedeva cosa fare per essere salvato:
Atti 2:38 – Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nelle acque nel nome del Signore gesù e voi riceverete il dono dello Spirito Santo.
Il termine greco usato per ravvedimento discende dalla metanoia che abbiamo visto prima: G3340 metanoeò, che significa letteralmente “cambiare la propria mente”, “pensare in un modo diverso”. E dunque il ravvedimento costituisce una opera che richiede l’innesco della volontà dell’uomo. E’ una tua scelta personale. Devi volerlo, devi dichiararlo. In questo senso può anche essere accolta la “preghiera di salvezza” come dichiarazione ufficiale del credente di accettare il Signore dichiarando di volerlo seguire, ma bisogna pure che il credente compia dei passi in avanti rispetto alla semplice preghiera di salvezza. Se non vi è un cambiamento vero non vi è un vero ravvedimento.
Il vero ravvedimento è costituito da tre aspetti: intellettuale, emotivo e pratico.
Facciamo un esempio:
a) Un viaggiatore apprende di trovarsi su un treno che non va verso la località alla quale egli è diretto; questa conoscenza corrisponde all'elemento intellettuale: attraverso la Parola di Dio una persona apprende di non trovarsi in regola con Dio (Romani 3:20).
b) Il viaggiatore è preoccupato di questa scoperta, è dispiaciuto e spaventato. Questo illustra il lato emotivo del ravvedimento, che è il dolore per aver offeso Dio (II Corinzi 7:9-10).
c) Il viaggiatore lascia il treno alla prima opportunità e prende il treno giusto. Questo illustra il lato pratico del ravvedimento (Atti 2:38 / Romani 2:4). Il risultato è che ora il peccatore porta dei frutti degni del ravvedimento (Marco 3:8).
Bisogna dunque conoscere lo stato nel quale ci troviamo, e questo viene soltanto attraverso la Parola di Dio, che apre i cuori e rende ogni essere pronto a comprendere e ad avere fede. Bisogna provare pentimento per quello che si è fatto, e bisogna cercare di lasciare quel treno che ci sta conducendo in un luogo sbagliato.
La fede
La fede, nel senso biblico di credere, confidare, è una condizione necessaria per la salvezza (Ebrei 11:6). Significa credere nella verità dell'Evangelo ed accettarla come regola di vita.
La fede intellettuale non è sufficiente per la salvezza (Giacomo 2:19); una persona può dare all'Evangelo il Suo assenso mentale, ma escluderlo dalla propria vita. Perciò è necessaria la fede del cuore (Romani 10:9).
Per produrre tale fede c'è bisogno dello Spirito Santo in cooperazione con la Parola (Romani 10:17 / Ebrei 12:25). Una persona convertita cerca di obbedire alla Parola. Molto spesso verrà meno, ma sarà sempre nel tentativo di rialzarsi prontamente e di lasciare lo sbaglio commesso (Romani 16:19 / II Corinzi 9:13 / I Pietro 1:22).
LA NUOVA NASCITA: i Battesimi
Giovanni 3:3 - In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio
II Corinti 5:17 - Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove
I termini CONVERSIONE e NUOVA NASCITA possono essere sinonimi. Se noi li distinguiamo è per comodità di studio, ma non si deve commettere l'errore di scindere l'elemento umano dall'elemento divino nell'esperienza della salvezza.
Perciò, dopo aver stabilito biblicamente le condizioni umane necessarie per sperimentare la salvezza dell'anima, vogliamo approfondire la realtà dell'esperienza stessa: cosa succede realmente quando una persona accetta Cristo nella propria vita come suo personale Salvatore?
L'esperienza del ravvedimento è emblematica, è il segno esteriore di una trasformazione interiore e divina; e quest'opera di salvezza comprende tre momenti che il peccatore pentito sperimenta simultaneamente nell'attimo stesso in cui Cristo lo salva:
La giustificazione
La giustificazione è un atto della gratuita grazia di Dio, per il quale Egli perdona tutti i nostri peccati e ci accetta come giusti ai Suoi occhi unicamente per la giustizia di Cristo. Perciò non diventiamo giusti da noi stessi, ma ci viene imputata la giustizia di un Altro e ciò si riceve per SOLA FEDE.
La giustificazione è un mutamento di posizione: prima il peccatore era condannato, ora il credente si trova nella posizione di giusto davanti a Dio. Abbiamo detto che questa giustizia non diviene propria dell'uomo, ma all'uomo viene imputata la giustizia di Cristo (Romani 8:28-30). La fonte della giustificazione è la grazia, il mezzo per riceverla è la sola fede (Romani 3:21-24 / Romani 5:1-2).
Nonostante il suo passato peccaminoso e la sua presente imperfezione, il credente ha una posizione sicura davanti a Dio, quella di giustificato; la sua colpa è cancellata (Romani 4:7-8), e niente può contraddire questo verdetto di Dio (Romani 8:33-34).
La rigenerazione
La rigenerazione indica quell'atto per il quale Dio pone il principio della vita nuova nell'uomo, operando una trasformazione spirituale: ciò a cui Gesù si riferiva parlando a Nicodemo
“Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?»” (Giovanni 3:3-4)
Il Novo Testamento descrive la rigenerazione mediante cinque immagini:
Nuova nascita (Giovanni 3:7-8 / I Giovanni 5:1)
Purificazione (Tito 3:5)
Vivificazione (Colossesi 3:10)
Creazione (II Corinzi 5:17 / Efesini 2:8-10)
Resurrezione (Colossesi 3:1 / Efesini 2:5-6)
L'uomo ha necessità di essere rigenerato a causa della sua corruzione e della sua incapacità ed impossibilità di porvi rimedio (I Corinzi 2:14 / Efesini 2:1-3).
Lo Spirito Santo è l'Autore di questo miracolo (Giovanni 1:12-13 – 3:6); Egli utilizza la Parola di Dio (Giacomo 1:18 / I Pietro 1:23).
Ma il credente che si converte deve anche compiere un passo in avanti che è sempre frutto della propria decisione personale: il battesimo nelle acque. Nel testo biblico notiamo che il battesimo nelle acque era quasi una sorta di prosecuzione della conversione, come se fosse quasi un momento unico. Nelle chiese moderne, la necessità logistica ha molto spesso prevalso sulle abitudini bibliche, per cui oggi si battezzano soltanto le persone che hanno compiuto studi particolari o hanno fatto voti particolari, senza considerare che non era così dal principio. Inoltre, ma non ultimo, il battesimo nelle acque deve essere ministrato per immersione totale, (baptizo – immergo), e invocando il nome di Gesù Cristo il Signore come fu espressamente compiuto da tutti gli apostoli.
La santificazione
La santificazione è l'opera progressiva dello Spirito Santo che riproduce il carattere di Cristo nel credente (Galati 3:3 / Efesini 4:22-24). Bisogna distinguere la santità che è lo scopo della santificazione (I Tessalonicesi 3:12-13) dalla santificazione stessa che, come già detto, è il processo di maturazione operato dallo Spirito Santo nel credente (Romani 6:19,22 / Ebrei 12:14).
La santificazione si realizza nella misura della comunione con Cristo (Giovanni 15:4 / Galati 2:20); è ovvio perciò che per quest'opera divina è richiesta la cooperazione del credente che si studia di mortificare il vecchio uomo (cfr. Colossesi 3:9-10), di separarsi dal male e, soprattutto, perseguire il bene (Giacomo 4:17).
Per compiere la santificazione lo Spirito Santo utilizza la Parola di Dio (Giovanni 17.17 / Salmo 119:9 / Giacomo 1:22-25) e il sangue di Cristo (Ebrei 13:12 – 10:10,14 / I Giovanni 1:7).
In ultima analisi, la santificazione non è sinonimo di perfezione sulla terra, in quanto il carattere del credente è perfettibile e sarà perfetto nella gloria del cielo (Filippesi 3:13-14).