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Tue, Oct

suicidio

  • La balena blu - The blu whale

    La moda della balena blu - In questi giorni è venuto fuori un nuovo macabro gioco che porta i ragazzi al suicidio senza nessun segnale apparente di problemi. Si tratta della balena blu, che in 50 giorni porta il partecipante a compiere il gesto estremo, cioè il suicidio filmato da un altro coetaneo.
    La sfida o il percorso comincia con compiti che portano paura, come vedere tutto il giorno film d'horror, o alzarsi nel mezzo della notte; ma velocemente passano a farsi del male, o a fare del male ad altri. Alla fine, il compito il 50esimo giorno è il suicidio che termina il gioco e la vita del partecipante.
    La sfida della balena blu, o il gioco della balena blu, cosi anche chiamato, o F57, è un "gioco" che gli investigatori credono sia nato in Russia, e sia già stata la causa di diversi suicidi di adolescenti.
    Sfida i decenni e i dodicenni a taggarsi sui social media, (sopratutto snapchat). Una volta taggati, rientrano nel gioco. Il gruppo dietro la sfida da all'adolescente un compito nuovo ognuno dei prossim i50 giorni.I partecipanti scaricano l'APP che prende le loro informazioni personali e non può più essere cancellata. Ai ragazzi viene detto e insegnato nel gioco che le migliori cose nella vita cominciano con la lettera -s - semiya (che significa famiglia), ma anche sabato, suicidio, sesso. Poiché il gioco viene giocato attraverso la piattaforma sociale, i post sono scambiati soprattutto in quella piattaforma, con post che dicono qualcosa come "questa vita no nfa per te", ovvero "siamo i figli di una generazione morta". Uno dei compiti è quello di incidersi nel braccio destro una balena blu. Stiamo attenti e sorvegliamo i nostri figli.


    The blue whale fashion . In these days has come true a new cruel game which brings guys to suicide without no apparent signal manifesting further problems. IT is the Blue whale fashion, which, in 50 days, fetch the participant to do an extreme action, that is suicide while saved by another fellow-like participant.
    The 'challenges' start with fear-inducing tasks like watching horror films all day long, or waking up in the middle of the night; but quickly escalate to tasks of self-harm, or the harming of others. Eventually, the final task on the 50th day is suicide—ending the game and their lives.
    The "Blue Whale Challenge," also called the "Blue Whale game," and "F57," is a "game" that investigators believe to have started in Russia, and has been the cause of multiple teen deaths by suicide.
    It challenges players—teens and tweens—to tag each other on social media (primarily Snapchat). Once tagged, they're in the game. The group behind the challenge gives teens a new task each day for 50 days. Participants download the app, which essentially hacks their personal information, and cannot be deleted. Kids are told via the challenge that "the best things in life start with the letter 's'—semiya (which means family), Saturday, sex and suicide." Because the game is "played" through social media, much of the communication takes place through such platforms. Many of the tasks are documented with posts like, "This world is not for us," or "We are the children of the dead generation." One of the task is to cut the right arm e draw a whale. Pay attention and monitor your children

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  • Per me è finita, ...

    Il Pastore e suo figlio, di appena undici anni, erano soliti andare in giro per la città distribuendo opuscoli e annunciando al mondo che Gesù ama incodizionatamente. Una particolare domenica pomeriggio era molto fredda e pioveva a dirotto. Stava arrivando l'ora di prepararsi per uscire, ma non accennava a fermarsi quella burrasca in corso. Non appena l'orologio segnò l'orario, il ragazzo si strinse nel suo cappotto caldo e asciutto e disse: “Ok papà, sono pronto.”

    Questi gli chiese: “Pronto per cosa?”

    Il bimbo, imperterrito, “Ma papà è ora di prendere i nostri opuscoli e andare”.

    Il padre rispose: “Figlio, fa molto freddo e piove a dirotto”.

    Il ragazzo guardò il padre sorpreso e chiese: “Ma papà, non ci sono ugualmente persone che stanno andando all’inferno, nonostante la pioggia?”

    Il padre rispose: “Figlio mio, io non uscirò con questo tempo!”

    Prontamente il ragazzo rispose: “Papà posso andare io? Per favore?”

    Suo padre esitò per un momento, poi disse: “Puoi andare. Qui ci sono gli opuscoli, stai attento.”

    “Grazie papà!!!”  Detto ciò, se ne andò sotto la pioggia.

    Questo giovane ragazzo camminò per le strade della città bussando di porta in porta e porgendo opuscoli a tutti quelli che incontrava. Dopo due ore di cammino sotto la pioggia, era zuppo e infreddolito fino alle ossa. Con il suo ultimo opuscolo tra le mani, si fermò ad un angolo aspettando qualcuno a cui dare l’opuscolo, ma le strade erano totalmente deserte. Così si girò verso la prima casa che vide e suonò il campanello, ma nessuno rispose. Suonò di nuovo e più volte, ma ancora nessuno rispondeva. Aspettò, ma niente.  Finalmente, si girò per andarsene, tuttavia qualcosa lo fermò. Così ritornò alla porta, suonò nuovamente il campanello e bussò forte con il pugno. Aspettò, perchè qualcosa lo tratteneva lì, sulla porta. Suonò di nuovo, e questa volta, la porta lentamente si aprì. In piedi all’entrata c’era lo sguardo tristissimo di un’anziana signora che dolcemente domandò: “Cosa posso fare per te, figlio?” Con occhi raggianti e un sorriso che illuminò il suo mondo, il giovane ragazzo disse: “Signora mi dispiace se l’ho disturbata, ma volevo solo dirle che Gesù vi ama davvero e che io sono venuto a darle il mio ultimo opuscolo nel quale si dice tutto riguardo a Gesù ed il Suo grande amore. Con ciò le diede l’ultimo opuscolo e se ne andò. Mentre se ne andava, lei lo chiamò: “Grazie figliuolo! E Dio ti benedica!”  La Domenica successiva in chiesa, il pastore era sul pulpito. Mentre il servizio cominciava chiese: “C’è qualcuno che ha una testimonianza o vuole dire qualcosa?”  Lentamente, dal fondo della chiesa, un’anziana signora si alzò in piedi. Mentre parlava, uno sguardo glorioso e raggiante traspariva dal suo viso: “Nessuno in questa chiesa mi conosce, non sono mai stata qui prima d’ora, ma vedete, prima di questa domenica non ero una cristiana. Mio marito è morto un pò di tempo fa, lasciandomi completamente sola in questo mondo. La scorsa Domenica, è stata particolarmente fredda e piovosa e così era nel mio cuore: non sentivo di avere più alcuna speranza o voglia di vivere. Così presi una corda e una sedia e salii le scale dell’attico della mia casa. Legai fermamente la corda alla trave del soffitto e mi misi in piedi sulla sedia, poi legai l’altro capo della corda intorno al collo. In piedi sulla sedia, ero sola e con il cuore spezzato, stavo per saltare, quando improvvisamente il suono del campanello della porta mi fece trasalire. Pensai:  “Aspetterò un minuto, e chiunque sia se ne andrà.” Aspettai e aspettai, ma il campanello sembrava continuare a suonare sempre più forte e insistentemente, poi la persona che era alla porta cominciò a bussare con forza. Pensai tra me: “Chi mai sulla terra può essere questa persona? Mai nessuno suona alla mia porta o viene a visitarmi!” Così sciolsi la corda dal collo e andai verso la porta, per tutto il tempo il campanello suonava forte e più forte.  Quando aprii la porta e guardai, a stento potevo credere ai miei occhi, perché lì sul pianerottolo c’era più radiante piccolo angelo che io non ho mai visto nella mia vita. Il suo sorriso non potrei mai descriverlo! E le parole che uscirono dalla sua bocca commossero il mio cuore, giacché dovevo essere morta, mentre lui esclamava con la voce di un cherubino: “Sono solo venuto a dirti che Gesù ti ama davvero.” Poi mi diede questo piccolo opuscolo cristiano che ora tengo nella mia mano. Come il piccolo angelo se ne fu andato, io chiusi la porta e lentamente cominciai a leggerne ogni singola parola. Poi ritornai sul mio attico a riprendere la corda e la sedia, non ne avevo più bisogno. Adesso sono una felice figlia del Re e poiché l’indirizzo della vostra chiesa era sul retro dell’opuscolo sono venuta personalmente a ringraziare il piccolo angelo che è venuto proprio nel momento giusto e così ha risparmiato la mia anima dall’eternità nell’inferno.  Tutti piangevano nella chiesa e mentre grida di lode ed adorazione si alzavano verso Dio, il papà pastore scese dal pulpito verso la prima panca, dove il piccolo angelo era seduto. Prese suo figlio tra le braccia e cominciò a piangere dirottamente.

  • Si da fuoco ...

    Ennesima tragedia nel palermitano. In un contesto nazionale dove le borse sono in picchiata vertiginosa, il palermitano offre uno spunto molto più raccapricciante. Qua non si vedono molti investitori, e, quei pochi che ci sono, non possono certo fare la differenza nel mercato globale. La povertà è dilagante, e la povertà si innesta in un contesto mafioso che quasi disperatamente si crogiola in questa continua miseria, che toglie gioia e felicità di vivere. Oggi tocca ad un uomo, non ancora ben identificato, che perde il lavoro e, non sapendo cosa altro fare, si posteggia davanti piazza Figurella, all'entrata del paese di Villabate, telefona alla figlia per un ultimo saluto, chiude e si da fuoco con la macchina. 55 anni, ancora probabilmente tanto da potere offrire ai familiari e alla nostra società, ma per l'ennesima volta, un nostro figlio perde la vita, mentre noi impietosi per la stragrande maggioranza scrolliamo le spalle impotenti. A dare l’allarme alcuni passanti che hanno subito contattato la sala operativa dei vigili del fuoco. Il proprietario dell’auto divorata dalle fiamme è un palermitano residente nella zona di Villagrazia, a Palermo.
    Secondo una prima ricostruizione dei carabinieri della stazione di Villabate, che hanno ascoltato i familiari, la vittima sarebbe piombata in un tunnel di disperazione a causa della disoccupazione. Inutile l’intervento dei sanitari del 118.

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  • Suicidi in aumento?

    Continuamente leggiamo purtroppo di fatti di cronaca davvero che ci scuotono l'animo, uno di questo sono purtroppo l'aumento spropositato dei suicidi. E proprio mentre ero intento a meritare su questo accaduto lo Spirito di Dio mi diede da pensare che pur vivendo tantissimi anni la vita di un uomo può decidersi in un solo attimo, si in un solo attimo...l'uomo può scegliere di vivere lottando o può scegliere di non lottare e lasciarsi trasportare dal dolore di quel solo momento. E’ tragico pensare che la vita di un essere umano è attaccata ad un filo di un gesto inconsulto, ma Gesù è venuto per cambiare questa disperazione in speranza di vita. Ecco perché lui stesso dice: “venite a me lasciando i vostri pesi e prendete il mio che è leggero”. Forse questo ci preserva dalle problematiche della vita? Assolutamente no! Perché ancora lui dice...”nel mondo avrete tribolazioni ma fatemi animo Io ho vinto il mondo”. E tempo di cambiare binario alla nostra vita considerando quello che può fare al di là dei nostri pensieri donandoci una speranza, la vita Eterna, e una vita terrena al sicuro perché è e sarà con noi perché è una sua promessa e perché lui ha vinto abbiamo vinto anche noi bisogna solo crederlo con tutto il cuore. Dtb

    Fratello Di Mattia Eliseo

  • Vietato ai minori di 18 anni....

    Quante storie orribili sentiamo ogni giorno dai telegiornali. Genitori che uccidono i figli. Coniugi che uccidono e si suicidano. Persone che spariscono e vengono ritrovate prive della loro vita. In realtà, per quanto possa sembrare strano, questo fenomeno è legato auno spirito che in maniera reiterata nel tempo viene fuori con sempre maggiore spregiudicatezza.
    Durante la II guerra mondiale, molti uomini e donne furono invasate da questo spirito. Oggi ne vogliamo ricordare una sulle altre: Irma Grese, uno dei simboli dell’orrore dei campi di concentramento nazisti. In un contesto di predominio e di superiorità razziale, (presunta), il terzo Reich portò alla ribalta alcuni personaggi, fra cui anche donne, responsabili di avere scelto migliaia di uomini e di donne da sterminare nelle camere a gas. Ma non era soltanto uccidere: si trattava di attuare metodi selvaggi e brutali. sconfinare nel sadismo più sfrenato. Non per nulla la Irma Grese venne soprannominata la cagna di Belsen ovvero "la Bella Bestia".
    Irma Grese nacque il 7 ottobre 1923 a Wrechen, in Germania. Soltanto a 19 anni divenne recluta del regime delle SS, divenendo ben presto "Supervisore Anziano" e "Direttore dei lavori" a Berger. Nel suo passato adolescenziale un carattere molto timido e una madre suicida mentre Irma aveva soltanto 13 anni, (1936). Forse proprio a causa di questo evento, Irma divenne via via feroce e spietata mettendosi ripetutamente nei guai a scuola fino ad esserne cacciata via all'età di 15 anni. Andò perfino contro il padre per seguire l'ideologia nazista di cui era innamorata alla follia. Il padre, nel tentativo di dissuaderla la cacciò di casa finendo agli arresti dopo che la figlia lo aveva denunciato alle autorità naziste. Fra il 1942 e il 1945 si rese protagonista di atrocità assurde come infliggere ferite a vivo nelle carni delle sue vittime per causar loro infezioni. Assisteva continuamente a spettacoli di mutilazione di arti e di parti del corpo umano con il solo scopo di puro divertimento. Oltre a molestare uomini e donne, fu una dei responsabili della selezione di coloro che venivano inviati alle camere a gas. LAsciava cani a digiuno perché divorassero i prigionieri e dal tribunale di Belsen, nel quale è stata condannata, le sono state addebitate qualcosa come trenta omicidi al giorno. A soli 22 anni fu condannata all'impiccagione come criminale di guerra.
    Ecco dove porta lo spirito dell'Anticristo ed ecco da cosa oggi molti sono spinti.

    Dio abbia pietà. Ritorniamo a Lui e ad amarci gli uni e gli altri