Il fenomeno immigrazione oggi ha assunto proporzioni spaventose. E cominciano adesso tutta una serie di studi per valutare l’impatto che questa grande massa in movimento crea e creerà negli scenari dei Paesi ospitanti, al di là di ogni ideologia cristiana o di solidarietà, sempre bene accetta e condivisa, almeno per quanto riguarda chi scrive.
Nel Mondo esistono circa 59,5 milioni di migranti, un numero spaventoso che si avvicina alla intera popolazione italiana. Ma il dato che desta maggiore preoccupazione è che circa 8 milioni sono stati raccolti soltanto nel 2014, con un incremento del tasso di immigrazione del 76%, una cifra spaventosa che secondo le previsioni è destinata soltanto ad aumentare. Se facciamo un parallelo con la seconda Guerra mondiale, questa cifra risulta di poco inferiore! Per cui, senza che ce ne rendiamo perfettamente conto il fenomeno è di fatto simile ad una guerra su scala mondiale. Ogni giorno circa 42.500 persone sono costrette a lasciare la propria casa, sia in modo autonomo che in modo coercitivo.
Perché questa gente fugge? Le cause principali sono i conflitti in corso, che stanno via via interessando anche i Paesi che ospitano in teoria questi flussi migratori. 33 conflitti in corsa a fine 2014 e altre 13 situazioni di crisi che preannuncia uno stato di semiguerra. I Paesi che maggiormente soffrono di questo espatrio sono la Siria, con 3,9 milioni di profughi, seguita da Afghanistan (2,6 milioni) e Somalia (1,1 milioni).
Altro punto critico del fenomeno sono i tassi di rimpatrio. Nel 2011 531.900 erano riusciti a tornare in casa propria, nel 2012 525.900, nel 2013 414.600…. nel 2014 soltanto 126.800 sono riusciti a rimpatriare, e, per la maggior parte dei casi, in modo coercitivo da parte della Nazione ospitante. Questo significa che non solo si espatria ma non si pensa e non si vuole più ritornare nella propria patria, con grave appesantimento da parte di nazioni che devono destinare fette sempre più sostanziose del proprio PIL per sostenere i costi di gestione che ne derivano. E, in un momento di profonda crisi che alimenta la tensione civile e sociale creando anche situazioni molto cruente. Il mescolamento delle etnie, poi, diventa causa di ulteriori problemi legati alla covivenza, e molto spesso i governi arrivano a conclusioni che per i propri cittadini sono assolutamente paradossali.
In Evidenza
Un terrorista uccide 25 cristiani in attacchi porta a porta in Nigeria
Parenti di cristiani uccisi dai pastori islamici di Fulani in Nigeria piangono al funerale.
I terroristi di Boko Haram hanno ucciso almeno 25 persone lunedì (29), dopo aver circondato la comunità cristiana dei Kuda nello stato di Adamawa, nel nord-est della Nigeria. L'informazione è stata pubblicata giovedì dall'organizzazione Open Doors degli Stati Uniti.
Secondo le porte aperte, i terroristi hanno invaso la comunità e si sono recati porta a porta, uccidendo le vittime. Il giorno dopo sono tornati.
Mentre i membri della comunità si preparavano al funerale dei loro cari, i militanti di Boko Haram si erano visti avvicinarsi a un secondo attacco alla comunità. A causa della minaccia, i preparativi furono abbandonati e le persone in lutto furono costrette a fuggire.
A causa dell'attacco, anche i residenti delle comunità vicine sono fuggiti dalla città. I leader cristiani della regione hanno detto alle porte aperte: "Siamo in pericolo e non abbiamo nessuno che combatta per noi, per porre fine al massacro del nostro popolo".
L'incidente è l'ultimo di una serie di accessi a banda larga nella regione, che è diventato una roccaforte dei militanti fedeli ad Abubakar Shekau, leader del gruppo terroristico. Operano nei nascondigli delle foreste vicine, rubano provviste, uccidono gli abitanti dei villaggi e attaccano le forze di sicurezza.
Più di 27mila persone sono state uccise dalla sanguinosa insurrezione di Boko Haram e altri 2 milioni di persone sono state sfollate.
I funzionari di campo delle Porte Aperte che operano in Nigeria chiedono preghiere dai cristiani di tutto il mondo: "Prega per la chiesa nella zona di Madaga desiderano che lo Spirito Santo agisca nella vita di tutti coloro che sono stati colpiti da quegli attacchi e residenti che affrontano la paura di futuri attacchi. Prega con chi ha lasciato il villaggio per trovare maggiore sicurezza. E prega che la sicurezza sia ripristinata presto ", chiede l'organizzazione.
Con informazioni da Guiame
Episodi di violenza domestica se ne sentono a iosa, purtroppo. Ogni giorno, ogni tg, riporta di nuovi casi di violenza domestica con episodi che arrivano anche all'omicidio. La cronaca però non si ferma lì. Oggi rendicontiamo un ulteriore episodio di violenza che, ancorché essere consumato dentro le mura domestiche, vede come oggetto un luogo di ritrovo che dovrebbe proprio aver lo scopo di sedare spiriti violenti e ribelli: la scuola. In una scuola di Comiso, in provincia di Ragusa, un diciottenne, riconosciuto bullo dagli altri compagni di classe, stava usando violenza verso un ragazzo più piccolo di lui, come riporta la stampa locale. Nessuno dei compagni osava avvicinarsi fino a che un professore, sentendo il dovere di farlo, era accorso in soccorso della vittima cercando di separarli e intimando al bullo di recarsi dal Dirigente Scolastico per provvedimenti di conseguenza. Dopo aver fatto finta di sedersi nel banco suo, il giovane, approfittando anche di un attimo di distrazione del Docente, sferrava un colpo alla sua testa stordendolo e cominciando ad approfittare del vantaggio ottenuto continuando a percuotere il docente ormai inerme a terra con violenti colpi alla testa. Soltanto l'intervento di altri 4 docenti e del Dirigente Scolastico ha evitato il peggio. Il professore è stato accompagnato in ospedale con prognosi di sette giorni mentre il ragazzo è stato denunciato alle autorità competenti. La notizia potrebbe essere cambiata per un comune episodio di violenza ma in realtà nasconde un ben più profondo malessere che cova all'interno dei nostri ragazzi di oggi. Mancanza di sicurezza, di una famiglia solida alle spalle, di un futuro e di una società in grado di rasserenare le coscienze dei nostri giovani crea un malessere profondo che poi sfociano e possono sfociare in episodi di violenza truci come quello appena rendicontato. Riflettiamo su questo piuttosto che acquistare panettoni e augurarci un "buon anno". L'anno sarà buono soltanto se torniamo al Signore.
Molti continuano a cercare informazioni e a tenersi "informati". Bel proposito, senza dubbio. Ma, cosa ci dicono effettivamente i giornali? E le testate nazionali? Attenzione, non c'è nessuna intenzione per denigrare nessuno, ma credo sia corretto che ognuno di noi prenda consapevolezza di quanta DISINFORMAZIONE prevalga sulla realtà delle cose e dei fatti. Tanto per cominciare, la ricerca assoluta e imperativa dello SCOOP costringe molto spesso ad ingigantire alcuni dettagli per oscurarne degli altri e creare false idee di quello che accade.
Oggi vogliamo denunciare un aspetto, (anche se potremmo citarne tanti altri), quello dei gilet gialli. Da giorni si sente dire che i gilet gialli sono scesi in piazza per protestare contro il caro benzina. E tutti, naturalmente, ci credono.... Anche io stesso ci avevo creduto, ... finché non ho sentito che il presidente Macron annuncia categorico che avrebbe aumentato i salari minimi. Ho cominciato a pensare e non riuscivo a capire che nesso potesse esserci tra due cose completamente diverse.... spulciando a destra e sinistra, poi, ci si rende finalmente conto della verità.
I gilet gialli hanno innescato la loro rivolta su 41 punti specifici contro il governo Macron. Fra questi vi è ANCHE il punto di bloccare i rincari del prezzo dei carburati, ma è SOLTANTO uno dei 41 punti che rivendicano contro la malagestione del governo francese. Gli altri spaziano su mille campi diversi. Per citarne alcuni: Eliminazione del crescente fenomeno dei senzatetto con una lotta senza quartiere alla povertà, più progressività nelle imposte sul reddito, vale a dire più scaglioni, elevamento del salario minimo a 1.300 euro netti, promuovere le piccole imprese nei villaggi e nei centri urbani, nessuna pensione inferiore a 1.200 euro, creare lavoro per i disoccupati, divieto di vendere le proprietà appartenenti alla Francia (dighe, aeroporti, ecc.), eccetera eccetera. Ecco perché il presidente Macron come prima reazione ha voluto garantire l'aumento dei salari e delle pensioni!!! Ma guarda un pochino, nessuna testata ne parla!
Macron vuole fissare il rapporto con il debito al 3,5%... e in Europa nesusno parla.... il nostro governo cerca di arrivare al 2,4% e succede l'ira divina compreso tutti i partiti di opposizione che non fanno altro che recriminare sui provvedimenti che vogliono essere messi ad effetto. Purtroppo la verità è che siamo in un sistema che ancorché essere DEMOCRATICO ed EGUALITARIO nella sua informazione, piuttosto cerca di INFLUENZARE e DIROTTARE la coscienza del lettore .... l'unica fonte VERA e solidale con l'uomo è la Parola di Dio. Dio vi benedica.
Un ufficiale di polizia di Milwaukee è stato barbaramente ucciso mentre era in servizio. La notizia, ancorché tragica, ha suscitato l'indignazione della comunità che lo ha ricordato come un grande uomo di fede. In particolare, lo stesso ufficiale di polizia, mentre evangelizzava, aveva registrato un video dove predicava su Giovanni 3:16 - Poiché Dio ha tanto amato il mondo che ha donato il Suo unigenito figliolo affinché chiunque creda in Lui non perisca ma abbia la vita eterna. Nel messaggio il signor Michael Michalski diceva che "la salvezza è la cosa che veramente conta nella vita di un essere umano, sia ora che dopo che sempre.Se non sei salvato non conta altro. E vogliamo dire alle persone di Milwaukee cheDio è Sovrano e se accade una tragedia lui ha uno scopo!". Mentre vi erano i funerali, la moglie ha ripreso queste parole dicendo che da quando suo marito è morto, il video di questa predicazione sta diventando virale e lo stanno vedendo milioni di persone: dalla tragedia Dio ha messo le cose in modo che la sua testimonianza potesse essere espressa al mondo intero. Ringraziamo il Signore.
Tratto da Breaking Christian news - Tradotto da Pastore Gabriele
Tiffany Johnson, una ragazza amante del mare, è sopravvissuta ad un attacco di uno squalo bianco, invocando l'aiuto del Signore. Mentre si trovava in barca con il proprio compagno di vita, lei in acqua, vede circondarsi di una figura pressoché inconfondibile, che comincia a girarle intorno in maniera sempre più decisa e vicina. Lo squalo, dopo un po' di tempo comincia a puntarla fino a che non le addenta il bracio spezzandoglielo in un sol colpo. In quel momento la ragazza perde le speranze mentre comincia ad invocare il nome del Signore e a sentire la Sua PAce. Incredibilmente, dopo che la stessa aveva invocato il nome di Dio chiedendo il Suo aiuto, lo squalo, pur inferocito dal sangue sparso in acqua, gira nuovamente intorno a lei e va via lasciandola in pace. La stessa testimonia che mentre invocava il sangue del Signore Gesù a proteggerla aveva avvertito come una nuvola circondarla. Dopo che quella nuvola era scesa sopra di lei, la stessa cominciava ad avvisare una grande pace. Il risultato? Lo squalo è sparito improvvisamente. Gloria a Dio
Tratto da charisma news adattato e tradotto dal Pastore Gabriele
Una giornalista Copta ha fatto il dettaglio delle proprie frustrazioni a vivere come donna nella società egiziana dove gli uomini trattano le donne regolarmente come se fossero prostitute, ed ha condiviso i modi con i quali la Chiesa Copta tratta anche male le donne. Engy Magdy, una giornalista di base al Cairo, che ha dettagliato la situazione critica che le donne, specialmente le donne cristiane, affrontano in Egitto. "Essere donna in un Paese dove la maggior parte delle persone vedono le donne come una disgrazia, o, al più, sotto il loro aspetto sessuale, è un peso schiacciante, ma anche peggio quando tu sei una donna cristiana" - scrive "è come l'inferno!".
Magdy sostiene che la molestia sessuale in Egitto dovrebbe essere descritta come in un Paese "epidemico". Ella cita uno studio della Nazioni Unite che sostiene che il 99% delle donne egiziane ha subito molestie. Nella maggior parte dei Paesi africani nusulmani, le donne cristiane e di altre minoranze religiose che non si coprono il capo in pubblico sono obiettivo di molestia. "La maggior parte delle donne egizie musulmane indossa il burka, e dunque, le altre che non lo indossano, sono solitamente coopte" - dice Magdy - "Questo significa che l'uomo egiziano ritiene che lui abbia il diritto di molestarla, semplicemente perché la vede come una prostituta e una miscredente". "Voi potreste pensare che io stia parlando solo di un numero sparuto di uomini, ma in effetti, la maggior parte degli uomini musulmani, (non tutti ma la maggioranza), vedono le donne Coopte come una preda facile, " - Continua Magdy. "Essi pensano che le possono manipolare facilmente avendo una ricompensa religiosa se le manipolano emotivamente e le persuadono a sposarli e a convertirsi all'Islamismo, un fenomeno prevalente nell'Egitto superiore". "La Società guarda alle donne liberali o di mente aperta, in un modo spregevole." aggiunge. "la cosa più terribile è che la gente sarà pronta a difendere il molestatore contro le accuse di colei che è stta molestata". Uno studio del 2017 della NAzioni Unite sostiene che il 67% degli uomini sostiene di avere molestato una donna nella strada. Lo studio ha anche rivelato un aspetto importante: intersvistando le donne che indossano il burka, l84% di esse sostiene che le donne che si vestono indecentemente, (senza coprire il capo, cioè), meritano di essere molestate. Sebbene l'articolo 306 stabilisce che la molestia è un reato penale e può essre sanzionato fino a 50.000 pound egizi, o per una sentenza di prigione da sei mesi a 5 anni, le donne in Egitto non credono nella Legge che le protegge, perché quando una ragazza cerca di trovar giustizia, ella viene offesa o minacciata. Di solito i violentatori se la cavano senza pena.Magdy afferma che le donne cristiane sono spaventate di far denuncia perché hanno paura che la polizia le discriminerà se loro lo fanno. "Forse l'esempio più eclatante è quello di Souad Thabet, una donna di 72 anni che è stata denudata da una folla di musulmani e portata intorno al villaggio così nel Egitto superiore a Maggio 2016." - ricorda Magdy "Nessuno dei suoi molestatori è stato accusato o punito. Magdy accusa anche la chiesa Coopta ortodossa perché non difende le donne e le tratta male. Un altro aspetto attraverso il quale le donne sono trattate male, è la tutela dei loro figli, che è di solito trasferita ad un maschio nel momento del decesso del marito. In molti casi, le madri sono private di vedere i loro figli in questi casi di solito dal suocero.Le donne Coopte non possono neanche chiedere il divorzio in chiesa anche se sono state fisicamente o psicologicamente abusate dal loro marito perché lo considerano vergognoso, secondo Magdy. Nei casi dove le donne chiedono aiuto al sacerdote di solito vien loro risposto che devono sacrificarsi per la famiglia e che devono pregare così le cose andranno bene. In aggiunta, agli abusi e ai maltrattamenti descritti da MAgdy, si aggiunge che le donne e le ragazze Coopte sono ad un rischio più grande di essere abusate. Lo scorso anno, un ex rapitore di giovani, ha chiarito la rete di lavoro dei sostenitori di abusi per le donne che vengono pagati da estremisti islamici per rapire ragazze cristiane Coopte. Almeno 8 ragazze sono state rapite e sono sparite questo anno in Egitto. L'Egitto non è il solo Paese dove le donne affrontano un mucchio di abusi e di molestie.
Riflettiamo bene visto che ancora fino ad oggi abbiamo una certa libertà di azione.
TRATTO DA THE CRISTIAN POST TRADOTTO DAL PASTORE GABRIELE
A Coptic journalist has detailed her frustration living as a woman in an Egyptian society where men regularly treat Christian woman as whores, and shared ways in which the Coptic Church has also mistreated females. Engy Magdy, a Cairo-based journalist, detailed the plight that women, especially Christian woman, face in Egypt. "To be a woman in a country where most of her people see women as a disgrace, and at best look at her from a sexual point of view, it is a heavy burden, but even worse when you are a Christian woman," she wrote. "It is hell!". Magdy said that sexual harassment in Egypt should be described as a country-wide "epidemic." She cited a 2013 United Nations study that found that 99 percent of Egyptian women have been subjected to harassment.In the Muslim-majority African country, Christian women and other religious minorities who don't cover their heads in public are targets. "Most Muslim women in Egypt wear hijab and therefore, the others who do not wear it are most likely Coptic," Magdy said. "This means that the Egyptian man thinks he has the right to harass her, simply because he sees her as a whore and a disbeliever." "You may think that I am talking about a certain class of men, but in fact, most Muslim men (not all, but the majority) view the Coptic woman as easy prey," she continued. "He thinks that he will have a religious reward if he can manipulate her emotionally and persuade her to marry him, or to convert to Islam, a phenomenon prevalent in Upper Egypt." "[S]ociety looks at the woman who is liberal and open minded, especially if she is Coptic, in a very bad way," she added. What's worse, Hagdy said, is that in many cases, the community will always defend the harasser against allegations of a woman who was harassed. A 2017 United Nations study found that 64 percent of men in Egypt admit to having harassed women on the street. The study also found that victim shaming is common in Egypt, even among women. Eighty-four percent of women surveyed agreed that "women who dress provocatively deserve to be harassed." "Although Article 306 of the Egyptian penal code states that sexual harassment is punishable by up to 50,000 Egyptian pounds or a prison sentence ranging from six months to five years, women in Egypt do not rely on the law to protect them because when a girl tries to seek justice, she is blamed or threatened. Usually, perpetrators get off scot-free." Magdy stated that Christian women are afraid to file reports because they fear police will discriminate against them if they do. "Perhaps the most blatant example is Souad Thabet, a 72-year-old Coptic woman who was stripped naked by a Muslim mob and paraded around her village in Upper Egypt in May 2016," Magdy recalls. "None of the perpetrators were sentenced in her attack." She also criticized the Coptic Orthodox Church for not differing from the culture in the way it treats women. Another way women are slighted is the fact that the guardianship of their own children is usually transferred to a male relative when the husband passes away. In many cases, she said, mothers are deprived access to their children by their fathers-in-law. Coptic women are not allowed to ask for divorce in the church even if they are physically or psychologically abused by their husbands because it is considered "shameful," according to Magdy. "In cases where women ask for help from the Church, the usual response from the priest is: 'You have to sacrifice for your family ... just pray for your husband and everything will be okay.'"
In addition to the abuse and mistreatment outlined by Magdy, Coptic Christian women and girls are at greater risk of being abducted. Last year, an ex-kidnapper detailed the inner workings of network of abductors who get paid by Islamic extremists to kidnap Coptic Christian girls. At least eight Christian women were reportedly kidnapped this year in Egypt. Egypt is not the only country where women face extreme amounts of abuse and harassment. Let'us think on this since we still have the opportunity of a certin freedom in our actions.
Drawn from THE CRISTIAN POST TRANSLATED BY PASTOR GABRIELE
L'intera squadra di calcio Thailadese che era stata intrappolata dentro una grotta per mezzo di una alluvione per due settimane hanno parlato per la prima volta da quando sono stati salvati. Le domande della stampa sono state accuratamente monitorate per evitare che esse potessero ingenerare qualsiasi trauma ulteriore. Il loro stato mentale è apparso buono. Sono anche psicologicamente forti. E' stato chiesto a uno dei ragazzi cosa avessero provato quando uno del salvataggio era emerso dalle acque nella grotta. Il ragazzo ha parlato del suo shock quando ha visto qualcuno emergere dalle acque nel buio. "Noi abbiamo aspettato e siamo rimasti in silenzio non potendo credere che qualcuno fosse la" - ha spiegato - aggiungendo che il loro salvatore era emerso dalle acque dicendo "Ciao!". Questo fu un momento miracoloso - ha aggiunto il ragazzo. Così, perché i ragazzi sono andati nella caverna per la prima volta? "ognuno di noi concordò di andare nel Thaum Luang. Non ero mai stato nella grotta prima, ma altri lo avevano fatto. Abbiamo incontrato delle piogge mentre entravamo nella grotta. MA discutemmo se e se non stare e fu detto che avevamo un'ora" - ha spiegato il 25enne allenatore , Ekkapol Ake Chantawong. "Sulla via del ritorno non potevamo uscire" conitnua - "siamo rimasti in trappola" - l'allenatore ha risposto. L'allenatore ha anche chiarito che ciascuno di loro era in grado di nuotare, correggendo i primi notiziari che dicevano che qualcuno dei ragazzi non aveva questa capacità.....Ha anche detto che quando il gruppo ha compreso che l'acqua era alta decisero di andare su di una roccia più alta dove trascorrere la notte. Prima di andare a dormire, abbiamo pregato - Non eravamo spaventati in quel momento. Credevo che l'indomani le acque sarebbbero calate. Così come sopravvissero fino a che non arrivò il team di salvataggio? "Andai ogni giorno a cercare una via di fuga" - uno dei ragazzi spiega- "stavo cercando la sorgente delle acque" - un altro ha aggiunto ""noi abbiamo soltanto bevuto acqua non avendo cibo" aggiunge un altro. Per uno o due giorni tutto andò ok ma poi cominciammo a sentirci deboli per la mancanza di cibo". l'Allenatore li consigliò di stare fermi per risparmiare energie vitali. Un altro membro del gruppo tentò di scavare un tunnel per la liberazione ma fu inutile.
Riadattato da Breaking Christian NEws tradotto da Pastore Gabriele Paolini
The entire Thai soccer team who were trapped within a flooded cave network for two weeks have spoken for the first time since being rescued. Press questions have been carefully scrutinized and monitored by psychologists before being asked to ensure that the boys do not undergo any further trauma. Their mental state is quite good. They are also physically strong. It has been asked one of the boys what it was like when the British diver emerged from the water. The boy talked of his shock when he heard someone speaking in the dark. “We waited and listened because we couldn’t believe that there was someone there,” he explained, adding that the rescuer appeared from the depths and said “Hello.” “This was a miracle moment,” the boy added. So, why did the boys go in the cave in the first place? “Everyone agreed we will go to Thaum Luang. I had never been to the cave before, but others had. We experienced some water as we came into the cave. But we discussed whether or not to stay or go further into the cave, and it was said that we had one hour,” explained the 25-year-old coach, Ekkapol Ake Chantawong,“On the way back we realized we couldn’t get out,” he continued. “We got trapped.” the coach added. The coach also clarified: “We all can swim,” correcting early reports that many of the team members did not possess this skill. He noted that when the group realized that the water levels were rising, they decided to find some high ground and stay the night.“Before we went to sleep, we prayed. I was not worried or scared at that time. I believed that tomorrow the water would lower.” So how did they survive, and what did they do as they awaited rescue? “I went every day with the team to find a way out,” one of the boy explained. “I also looked to find water sources that were flowing down from higher up in the cave,” another added “We just drank water,” the boy noted, adding that they did not have any food. He recalled that they were OK for a day or two, but then began to feel weak due to lack of food. The coach advised the boys to stay very still to conserve vital energy. Another member of the group said he would spend his free time attempting to dig a tunnel to freedom. It was useless.
Drawn from Breaking Christian NEws translated by da Pastore Gabriele Paolini
Il diciannovenne Blake Spataro era in vacanza nell'Isola di San Simone, al largo della costa della Georgia, ondeggiando in acquae limpide, quando improvvisamente il suo giorno è diventato un incubo. Prima che avesse tempo di reagire una risacca lo ha catapultato nell'Oceano. Ha detto che tentò di invocare aiuto, ma che nessuno lo aveva sentito. Mentre era nelle acuqe, solo, fuori dalla costa, la notte è sopraggiunta, dove lui sarebbe rimasto per almeno 10 ore, secondo Fox News. Come è sopravvisuto per noi è un modello di coraggio, carattere e di fede. "Non volevo morire li. HO parlato con Dio per tutta la notte" ha detto Spataro. Nel frattempo, la guardia costiera americana aveva iniziato un frenetico pattugliamento di ricerca per trovarlo. La sua famiglia era insieme a loro cercando di trovarlo. Suo padre, Kirk, passò tutta la notte a far su e giù dalla spiaggia per ritrovare suo figlio. "Stavo urlando, stavo gridando, stavo guardando" ha riferito alla CBS. Blake Spataro, nel mezzo dell'oceano, non si è arreso. "Quando ero stanco, mi giravo sulle spalle", ha riferito. "Ero troppo giovane per morire e non volevo che tutto finisse li". Dopo il passare di almeno 10 ore, le sue speranze si affievolirono. Era già sul punto di abbandonarsi quando quando un marinaio della guardia costiera lanciò un fascio di luce verso la sua direzioneed egli cominciò a nuotare verso quella direzione. "Sono stato nella guardia costiera e non ho mai visto nulla di simile" - ha riferito Justin IRwin, anziano guardia coste a Brunsick.
Grazie al Signore che Egli è sopravvissuto.
Nineteen-year-old Blake Spataro was on vacation at St. Simon Island off the Georgia coast, wading in shallow water, when suddenly his day became a nightmare. Before he had a chance to react, an undertow swept him into the ocean. He said he tried to call for help, but no one heard. As he tread water, alone, off the coastline, night set in, where he would remain for almost ten hours, according to Fox News. How he survived models a lesson in courage and character, and in faith. “I didn’t want to die out there. I was talking to God the entire night,” said Spataro. Meanwhile, the U.S. Coastguard launched a frantic search to find him. His family joined in on the effort. His father, Kirk, spent all night walking up and down the beach, desperate to find his son. “I was screaming. I was hollering. I was looking,” Spataro told CBS Local. Blake Spataro, stuck in the ocean, didn’t give up on his life. “Whenever I was tired I floated on my back,” he said. “I was too young to die and I didn’t want it to end there.” Over the course of almost 10 hours, his hope ran thin. He was ready to quit when suddenly a U.S. Coast Guard vessel cast a spotlight in his direction, and he began swimming in its direction. “I’ve been in the Coast Guard for 18 years and I have never seen anything like this,” said Justin Irwin, senior U.S. Coast Guard chief in Brunswick.
Thank the Lord that he survived.